La Transiberiana con Svetlana (Cina – parte 2)
La fine della Transiberiana. It’s time to say Goodbye!
Capisco che e` l’ora di scendere, perché non tutto il gruppo aveva deciso di andare fino alla fine, incontro una guida cinese che spiega che alla costruzione di blocchi di pietra si usava la colla di riso con calce. Mi viene subito l’immagine del risotto russo dalla scuola media e cerco di mantenermi e non cadere dal riso.
Incontro Maria e il resto della discesa facciamo insieme, lei ovviamente aveva sopravvalutato le proprie capacita`. Ci aspetta l’ultima cena insieme e un saluto caloroso. A me pero` aspettano ancora due giorni con delle mie amiche cilene, e` solo il mio gruppo che parte domani. I turisti diventano sentimentali e nostalgici, trovano la vodka russa al menu cinese e ricordiamo il nostro viaggio. Elena non dice più niente della valigia rotta dai facchini di Irkutsk che hanno fatto scendere la scala, pero` ricorda come uno di loro le aveva cantato «besame mucho”, Oscar non smette a lodare il gusto di omul’ e ammirare i colori dell’alba siberiana, Natasha rimane ancora impressionata da «no pasaran» dai ragazzi del treno e Maria invece come aveva provato ad entrare nel bagno maschile, pensando che M fosse per “mujeres” (donne). Mi lasciano degli indirizzi con dei numeri di telefono, mi invitano di venire a La Paz, Gigón e Barcellona.
E so già che mi mancheranno tanto, devo dire che siamo diventati una grande famiglia internazionale, durante il viaggio ho visto ed ho sentito più che in tante stagioni turistiche. Ci abbracciamo e la mattina li saluto, Hao li accompagna in aeroporto, mentre io rimango ancora.
Ma il mio viaggio a Beijin continua…
Prima per mezz’ora provo a chiamare un taxy dall’albergo per andare in ostello dove mi aspettano le cilene, ma nessuno vuole venire, ci troppa poca distanza, anche se secondo me, ce ne sono almeno 10 chilometri ed io non sono pronta a passarli in afa cinese con la valigia, piena di pietre di Baikal.
Poi mi faccio scrivere l’indirizzo in cinese e vado fuori per fermare la macchina per strada, tante volte sono riuscita a farlo in Russia di giorno e di notte, una volta a Chicago e una volta anche in un quartiere industriale di Bogota. Ma in Cina non ce la faccio proprio, io e la mia valigia facciamo tanti giri attorno alla fermata e cerchiamo di spiegare l’indirizzo. Ci da` un passaggio solo il sesto tassista e solo dopo tante preghiere con i gesti.
Mi porta da qualche parte verso il nulla e poi si rifiuta di andare avanti. Io e la mia valigia quindi siamo al centro di una bellissima domenica di Pechino, dove pochissimi europei sembrano appena usciti dalla macchina del tempo… Fa caldo e tutte le ragazze hanno dei stranissimi fiori sui capelli, anzi, sono dei fermagli con delle immagini di piante, e poi nessuno sa dov’e` il mio ostello….
Lost in Translations
Per molti cinesi non esistono altre lingue oltre a loro. Spesso sono convinti che li riuscirete a capire se ripeteranno la frase piu` volte. Anche se non funzionerà vi torneranno a scrivere la stesse frase nei geroglifi, magari così sarà più comprensibile. E poi di nuovo ve lo spiegheranno in cinese.
E ognuno vi guarderà gli occhi, sperando che almeno questa volta lo capirete. Molti cinesi non sa com’e` il dollaro (non si parla degli altri soldi stranieri). Non sanno cosa si può fare con dei dollari e pochi riescono a capire che i dollari possono essere cambiati ai soldi veri. Alcuni non sanno neanche la parola “dollaro” e li chiameranno dei yuan americani.
Anche se i cinesi capiscono poco l’inglese, tutte le scritte, le insegne, i nomi delle città, delle stazioni anche dei piccoli paesini sono in inglese. Anche le fermate nel metro vengono annunciate in inglese. Arrivata in ostello, raggiungo le ragazze e andiamo nello zoo a vedere i panda.
La diplomazia dei panda.
I panda giganteschi vivono sul territorio della Cina da due-tre milioni di anni. I primi imperatori cinesi avevano dei panda, perché credevano che potessero far scacciare gli spiriti maligni. Gli orsi venivano considerati i simboli del potere e coraggio. Gli unici panda che vivono fuori Cina sono dati “in affitto” dal Governo cinese. Caso mai i panda abbiamo degli orsacchiotti nati fuori paese, vengono in ogni caso considerati la proprietà di Pechino. Nella politica internazionale esiste anche un termine “la diplomazia dei panda”.
Sull’immenso territorio che appartiene solo al panda c’è scritto sono gli animali che amano tanto la solitudine e non tendono a riunirsi nei gruppi. I maschi e le femmine si incontrano solo nelle stagioni degli amori. Questo maschio di panda ci è sembrato abbastanza sicuro di non sposarsi mai. Anche se forse le darebbero fastidio tutti i bambini cinesi, appicicati sul recinto.
La demografia in Cina.
Guardando le famiglie con due bambini subito ti immagini quanto sono ricche, però anche a Pechino, nonostante le scappatoie nella legge la questione dei secondi bambini rimane ancora molto complicata. Il programma di un bambino in famiglia ha causato il massacro delle femmine neonate che alla fine ha provocato il grande squilibrio fra i sessi, oggi in Cina le femmine sono minori a 32 milioni. Non riuscirò mai a dimenticare il viso imperturpabile di Hao che si è cambiato per un solo momento, quando Ana l’aveva domandato se volesse avere un’altro figlio.
Le ragazze cilene sognano dei veri souvenir dal mercato cinese e perciò attraversiamo la strada e ammirano il mucchio delle borse di “Prada”, Gladis rimane impressionata da “Armano” che costa 300 dollari, ma e` di alta moda e quindi arriverà da noi forse fra un anno. C’e` un impero delle copie che esiste grazie alle cinesi che mangiano il Wok e i pochi europei dalle macchine del tempo.
Le prelibatezze di cucina cinese.
Andiamo alla famosa via Wang fu jin di che fa parte anche la strada pedonale con “quel famoso mercato”. Dei cinesi dicono che mangiano tutto cio` che si muove, tranne le macchine e tutto ciò che ha quattro gambe, tranne i tavoli. In alcune provincie della Cina tutti i ristoranti offrono i piatti cucinati dai gatti, rati e cani, anche se i cinesi ci tengono a sottolineare che non mangiano i cani vagabondi, soli quelli allevati.
E sicuramente, il tè…
Il viaggio per la Transiberiana: le mie impressioni e conclusioni.
Il mio grande viaggio andava alla fine, le cilene andavano a Hong Kong ed io dovevo tornare a San Pietroburgo, ai nuovi progetti e i miei turisti. In Cina per la prima volta ho sentito, quanto è difficile non parlare la lingua, dalla mia infanzia cercavo sempre di scoprire, come sarebbe in altra lingua. Alle noiose lezioni di matematica traducevo in inglese i discorsi dell’insegnante, riuscivo sempre a spiegarmi con delle parole ed ora ho capito, quant’è difficile fare altrove.
Mi ha sorpreso quante persone diverse ci sono in questo mondo che pero` sono sempre pronte a darti una mano, senza chiedere niente, aspettando da te magari un paio delle storie interessanti, mentre prendete il te`. Per tanti giorni ancora, addormentandomi, mi renderò al bordo del letto come se fossi al secondo piano in treno e vorrò immaginare la Grande via Transiberiana.
Un giorno la rifarò.
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